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Regione Piemonte

Eccellenze Vitivinicole e Leggenda

Vino del Comune di Caluso

Sezioni

Ottenuti dalle uve del vitigno autoctono Erbaluce di Caluso

Erbaluce di Caluso D.o.c.g.
Vino bianco secco.
Cristallino, dal colore giallo pagliarino con riflessi da verdolini a dorati.
Profumi eleganti di erbe da cucina, frutta e minerali.
Sapore secco, asciutto, ricco di freschezza e sapidità.
Da bere entro due, tre anni, spesso mantiene un'ottima qualità per molti anni ancora.
Ottimo aperitivo. Si accompagna ad antipasti leggeri, primi piatti di pasta, risotti e verdura, proposte di pesce e carni bianche.
Temperatura di servizio 10/12°

L'Erbaluce di Caluso è il Principe del Calusiese, il Principe paglierino in cui, se fate molta attenzione, troverete ancora riflessa la leggenda della bella ninfa Albaluce, dagli occhi color cielo

Caluso Passito D.o.c.g.
Colore che va dal giallo oro all'ambra a seconda dell'evoluzione e delle scelte del produttore.
Profumi che variano da confetture di frutta e canditi, miele, zafferano e frutta secca tostata.
I richiami alla tipicità de vitigno e del territorio lo rendono, comunque, diverso da qualunque atro passito italiano e del mondo.
Dotato di grande personalità e struttura si beve fuori dai pasti come “vino da meditazione” oppure accompagnandolo a pasticceria secca, dolci non cremosi, formaggi erborinati .
Per apprezzare al massimo gli aromi gusto-olfattivi si beve a 16/18°

Caluso Passito è il vero nobile della famiglia, che tutti rispettano e riveriscono.
E' il vero Re delle colline di Caluso e anche lui come, i suoi fratelli, è amato ed apprezzato ed.
Di lui hanno parlato Papi, Principi, Re e Professori; il Prof. Ottavi lo definiva uno dei migliori vini della penisola, mentre l'enologo Avv. Paolo Genta ottenne la medaglia d'oro per il vino all'Esposizione universale di Parigi del 1855. Premiato anche all'Esposizione Vaticana del 1887 e alle Mostra Internazionale di Torino e di Milano.
Anche l'Imperatore Napoleone III lo gradiva molto, mentre Vittorio Emanuele II lo considerava una vera squisitezza.
Papa Paolo Farnese III, già nel lontano 1500 lo definiva perfetto.

Solo il meglio dell'uva Erbaluce diventa Passito e ci vuole lavoro pazienza e tempo: non meno di quattro o cinque anni per l'invecchiamento in botti di rovere, ma dopo....che meraviglia!
Dolce e vellutato, ricco e delizioso, rimane il Re incontrastato del Calusiese

Erbaluce Spumante D.o.c.g.
Brillante , dal colore giallo pagliarino con riflessi verdolini.
Ottimo “perlage” prodotto da bollicine numerose, fini e persistenti.
Conserva profumi tipici del vitigno come salvia, agrumi e fiori bianchi ai quali si aggiungono i classici sentori di pane e di lieviti legati alla spumantizzazione.
Si può bere per un brindisi o come aperitivo; può anche essere consumato come vino da tutto pasto grazie alla buona struttura dovuta alla lunga permanenza sulle fecce fini.
Va servito a 6/8°

L'Erbaluce ha un fratello che si chiama Caluso Spumante. Anche lui è un Principe e anche lui è paglierino come suo fratello maggiore, ma il suo carattere è più frizzante.
Grazie alle caratteristiche del vitigno Erbaluce è oggi un magnifico spumante Brut che nulla ha da invidiare agli altri classici italiani.
Perlato, fruttato e secco, per acquistare le sue caratteristiche deve riposare in una bottiglia per almeno tre anni.

… sulla sommità più alta di Caluso, quando il tempo non era ancora tempo, dall'unione del Dio Sole con l'amata Alba nacque una bellissima Ninfa dagli occhi color del cielo.
Il suo nome era Albaluce e crebbe sui colli ed in riva al grande lago. Il popolo iniziò a conoscere la fama di questa splendida ragazza ed ad offrirle libagioni nel tempio eretto sul luogo della sua nascita.
Così nacque il culto a lei dedicato che, all'inizio dell'autunno vedeva riunirsi il popolo davanti al grande prato di fronte al tempio per festeggiare l'abbondanza del raccolto. Ma soprattutto per propiziare i favori della Ninfa Albaluce per un mite inverno.
La Ninfa, allora, uscita dal lago su un cocchio dorato trainato da due splendidi cigni, si univa alla tribù in festa per un lungo corteo tra i boschi fino all'imbrunire, quando felice, ritornava con il suo cocchio alla pace del lago.

La leggenda vuole che l'Erbaluce nasca dalle lacrime della Ninfa, commossa dall'amore e dalla devozione a lei riservata dal suo popolo

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