Canale di Caluso
Canale del Comune di Caluso
Negli anni tra il 1556 e il 1560 il Maresciallo di Francia Charles Cossè de Brissac, comandante delle truppe francesi in guerra contro gli Spagnoli, particolarmente affezionato a Caluso che avevamo ottenuto quale suo feudo, per migliorarne l’economia fece costruire, su progetto dell’ing. Francesco Orologi, un canale per l’irrigazione delle colture e per l’alimentazione di mulini ed opifici, derivandolo dal torrente Orco presso Spineto.
Il 7 maggio 1577 viene stipulata tra la Comunità di Caluso e il Maresciallo Brissac la convenzione per il passaggio nel territorio della nostra cittadina della “bealara Brissacca”, con condizioni vantaggiose per i calusiesi, fra l’altro il diritto di abbeveraggio, di annacquamento dei fondi e di costruzione a filo del tracciato del canale stesso. Per la costruzione utilizzo le sue truppe, dopo aver garantito ai proprietari dei terreni vantaggiose condizioni di salvaguardia ambientale e di utilizzo .L’artigianato, l’allevamento del bestiame e le coltivazioni ne ottennero cospicui vantaggi che garantirono la prosperità dei territori attraversati.
Dopo alterne vicende il canale, nel 1760, diventa proprietà del Regio Demanio e Carlo Emanale III di Savoia, su progetto dell’architetto Bays, ne amplia l’alveo e lo prolunga fino alla Mandria di Chivasso, rettificandone il percorso e aumentandone la portata.
Presso San Giorgio vengono perforate le colline, costruendo due gallerie della lunghezza totale di 688 metri e viene anche costruito un ponte-canale di ardita concezione per qui tempi sul rio Merdenzone. Il nuovo percorso raggiunge i 28 chilometri e la portata raggiunge i 16.409 litri, con ben 77 derivazioni, diventando così il più importante canale demaniale del Regno di Sardegna, primato che mantenne fino alla costruzione del canale Cavour.
Lungo il suo percorso aziona mulini, magli, frantoi e piccole fabbriche, diventando così la causa di benessere per le terre che attraversa.
Nel 1760 l’ing. Contini adotta l’oncia di Caluso, pari a 24 litri/sec. tuttora praticata in idraulica. Contini, intorno al 1790, progetta un elevatore idraulico (ora dimesso) che spinge l’acqua del canale fino al palazzo Valperga in Caluso, per l’annacquamento del grande Parco, superando un dislivello di ben 23 metri. Nel 1812, alla derivazione dall’Orco, viene costruito un grande argine in pietra per contenere il deflusso dal torrente in caso di alluvione; l’argine verrà poi sostituito da una diga nel 1950. Dato varie volte in gestione a privati, nel 1884 passa in concessione la Consorzio Conduttori del Cenale demaniale dio Caluso, che tuttora lo gestisce.
In Caluso nel 1765, all’imbocco del rione Pescarolo, viene costruito il ponete Viale, cui fanno seguito il ponte della Trinità (che passa sotto la via omonima, ora via Col. Bettoia), quello di Riva e, nel 1791 quello di Vignale, mentre nel 1796 viene derivata la roggia per Mazzè che va a bonificare i terreni ad est di Caluso. Nel 1791, all’imbocco di Pescarolo, viene costruita la cascina di San Rocco, con una deviazione detta la “bassinera”, utilizzata dal “casone” Boux, per la produzione di latticini, ora in disuso.
Nel 1884 il canale favorisce, sfruttando l’energia di un salto di 11 metri, l’insediamento di due complessi industriali: il cotonificio Buchi e la manifattura meccanica Venturini, Rainero, Garino & C. poi “Itala” e infine FERGAT, facendo vivere a Caluso l’esperienza industriale in anticipo rispetto a città più grandi. Nel 1923, subentrando al padre geom. Lodovico, l’ing. Mario Actis Perinetti è chiamato alla direzione del Canale di Caluso, carica che mantiene fino al 1964. Molti dei provvedimenti atti a garantire la portata e la sicurezza degli impianti sono dovuti a lui.