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Passeggiate e percorsi

Lasciati guidare dai profumi della terra lungo i sentieri

Itinerari dentro e fuori Caluso

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Il percorso parte dal Chiostro dei Frati Francescani Minori, antica sede religiosa e agricola del XVII secolo, oggi centro culturale con affreschi storici e un suggestivo giardino interno.

Da qui si sale lungo via Bettoja, storica via del commercio, fino a piazza Ubertini, cuore pulsante del paese. Qui si affacciano l’ex Palazzo Municipale del 1751, oggi sede dell’Archivio Storico, e il murales dedicato alla città. Pochi passi conducono allo storico lavatoio alimentato dal Canale di Caluso, ingegnosa opera idraulica cinquecentesca.

Attraversando nuovamente la piazza, l’itinerario prosegue verso il Parco Spurgazzi, giardino all’inglese con alberi monumentali, fontane e resti delle mura medievali. All’interno sorge il Palazzo Valperga di Masino, già residenza nobiliare e oggi sede del Municipio e dell’Enoteca Regionale.

Uscendo dal parco, il cammino continua verso la suggestiva Porta Crealis, unica superstite delle antiche porte di accesso al borgo, per poi risalire verso piazza Valperga, elegante “salotto del Canavese” su cui si affaccia la Chiesa Parrocchiale Madonna delle Grazie.

L’ultima tappa conduce ai ruderi del Castellazzo, antica fortezza medievale oggi trasformata in belvedere panoramico. Da qui, accanto ai resti della chiesa di San Calocero, lo sguardo si apre sulla pianura torinese, l’anfiteatro morenico e le colline vitate dell’Erbaluce, simbolo identitario di Caluso.

Il Sentiero prende il nome di "Sentiero delle Pietre Bianche" perché tutto il tracciato è segnalato, oltre che da pali e frecce, come previsto dalla legge, anche da grosse pietre che sono state dipinte da vernice bianca  rigorosamente ecologica.

Da CALUSO al LAGO DI CANDIA:
Lunghezza: 16,8 Km - Tempo percorrenza: 5 h e 20 min
Dislivello salita: 30 m - Dislivello discesa: 90 m
Dettaglio itinerario
1.
Questo percorso prende avvio da Caluso (via San Clemente - quota 320 m slm), sul retro del colle su cui sorgeva l’antico castello oggi denominato “Castellazzo”. Il Sentiero inizia appena superato il colmo della collina, sulla destra, lungo la carrareccia sterrata che costeggia il muro di un’abitazione che si deve tenere sulla sx. Da qui gli escursionisti potranno godere di un tratto di Itinerario molto bello che, seguendo un
tracciato sinuoso

lungo l’asse ovest-est, caratterizzato da leggeri sali-scendi, attraversa alcuni tra i più bei vigneti di Erbaluce della zona.

Resti del Castellazzo di Caluso
2.

Dopo circa 750 m da via San Clemente la traccia si immette su una

carrareccia molto bella.

Si svolta a dx e si risale per circa un centinaio di metri per svoltare a sx, in corrispondenza di un pilone votivo, lungo una via che nuovamente costeggia pregevoli vigneti. A circa 1300 m dalla partenza in Caluso i due Itinerari, sempre coincidenti, SPB e AMI (traccia principale) attraversano la SP 84 (al km 0,3) che da Caluso scende verso il Lago di Candia e conduce a Vische.

3.

Superata la SP 84, a quota 300 m slm, il Sentiero aggira a sx un edificio di recente costruzione e risale verso

la collina.

Dopo aver superato alcuni vigneti ci si addentra in un fitto bosco ceduo a dominanza di castagno in cui, soprattutto nel periodo invernale, è possibile apprezzare alcuni punti panoramici sul sottostante Lago di Candia. Si sbuca successivamente su uno sterrato più ampio che collega il paese di Mazzè (via Possoglio) alla sua

Frazione Cascina Motta.
4.

Svoltando a dx si supera poco oltre un fosso irriguo, ramificazione dello storico e noto Canale Demaniale di Caluso, e ci si immette lungo la direttrice nord-ovest/sud-est in una vallecola detta

“Valle della Motta” (quota 270 m slm).
5.

Poco oltre il Sentiero svolta nuovamente a sx scendendo inizialmente nella vallecola per poi risalire nuovamente ed incrociare prima un breve tratto della strada asfaltata che proviene dal cimitero di Mazzè e che scende verso la frazione Barengo e, dopo circa 700m, un nuovo tratto di strada asfaltata più ampia, la SP 81, che collega Mazzè a Vische (quota 295 m slm). Lungo questo tratto di Sentiero, deviando dalla traccia ufficiale è possibile raggiungere agevolmente

Mazzè
6.

Ritornando sull’Itinerario (SPB e AMI sono ancora coincidenti), si attraversa la SP 81 a quota 295 m slm. Molto presto il Sentiero abbandona l’asfalto e si butta a dx su una

stretta carrareccia in discesa

che segue un andamento ovest-est e che si dirige verso le Cascine “Viscano” del Comune di Vische.

7.

Dopo circa 1200 m dalla SP il nostro itinerario SPB e quello dell’AMI (traccia principale) si separano: l’AMI piega a dx e risale un modesto dislivello per

dirigersi verso la Dora Baltea

e il ponte della SP 595 che ne consente l’attraversamento.

8.

La nostra traccia invece procede in discesa su una dolce curva a sx per seguire grossomodo la direzione ovest-est e attraversare alcune radure e alcuni frutteti. Il tracciato scende immerso nuovamente nel fresco bosco collinare; nel punto più depresso supera alcune risorgive; risalendo, giunge alla borgata “Viscano Superiore” quota 235 m slm. Di qui procede su un tratto asfaltato ma assolutamente gradevole e lontano dal traffico veicolare, lungo la direzione sud-nord parallela al vicino corso del Fiume Dora Baltea. Si attraversano le cascine di “Viscano Inferiore” e dopo 1500 m si giunge alla SP 81 (al km 17,6) in prossimità dell’ingresso nel Comune di

Vische

ove spicca un pilone votivo denominato “Capela at Pignuchin”, quota 243 m slm. Dal Castellazzo di Caluso sino a qui sono stati percorsi circa 7,6 km.

9.

Si lascia Vische e, attraversata la SP al km 17,6 in corrispondenza della “Capela at Pignuchin”, si prosegue in

direzione est-ovest.

Il sentiero segue, su un ampio sterrato, un andamento parallelo al cosiddetto

“altopiano di Vische”
10.

Il Sentiero procede in direzione est-ovest attraverso alcuni campi coltivati. A circa 560 m dalla SP 81, abbandona l’ampio sterrato e piega a sx su una stretta traccia a fondo naturale che conduce verso il piede della collina. Di qui si procede parallelamente all’andamento del dolce rilievo, su

una traccia sinuosa

che procede su quote grossomodo costanti Dopo circa 1500 m, si costeggia

la Cascina Deserta

le poco oltre si raggiunge la cosiddetta

"Fontana del Principe”.
11.

A circa 2750 m dal paese di Vische - “Capela at Pignuchin” l’Itinerario raggiunge la SP 84 del Lago di Candia (quota 239 m slm) da dove è possibile scegliere tra due differenti possibilità. L’itinerario principale non attraversa la strada asfaltata e procede tenendo la sx e risalendo in direzione della Frazione Barengo di Mazzè. Viceversa, attraversando la SP 84 e imboccando la stradina immediatamente di fronte si ha la possibilità di seguire

la variante cosiddetta “del Parco Naturale del Lago di Candia” (cod. ETOP105A).
12.

La Variante: del Lago di Candia Procedendo lungo la variante, si segue per un tratto di circa 900 mt. un ampio sterrato per poi deviare a sx su

una carrareccia

in fondo naturale piuttosto rovinata dal passaggio dei mezzi agricoli.

13.

La variante porta dopo 2560 m all’attraversamento della SP 84. Da qui ci si reimmette nuovamente

su uno sterrato ampio e ben battuto

proveniente dalla vicina frazione di “Cascina Rossi” di Candia C.se. Dopo 3,6 km la variante termina in prossimità del bivio posto sotto alla stazione ferroviaria di Candia C.se (quota 234 m slm), già descritto in avvio della prima tappa dell’Itinerario; da qui svoltando a sx, dopo 1150 m si raggiunge il Lago di Candia, in zona Lido, presso l’area attrezzata comunale – fine Itinerario.

14.

La Traccia Principale: Per quanto riguarda la traccia principale, la descrizione riparte dall’affaccio sulla SP 84, nel punto in cui si ha la biforcazione. In questo caso non occorre attraversare la SP ma si procede in salita tenendo la sx, lungo una traccia prima ampia e poi via via più stretta che risale un canalone molto suggestivo immerso nel verde della vegetazione collinare. La salita continua lungo i margine del piccolo “altopiano di Vische” sino ad un tratto in cui

spiana.
15.

Poco oltre, lasciato il fitto del bosco per introdursi all’interno di spazi aperti immersi tra i campi coltivati, a circa 800 m dalla SP 84 e a quota 282 m slm, si costeggia la

frazione di Barengo

che, con una piccola deviazione, può essere comodamente visitata.

16.

Dopo aver costeggiato la Frazione di Barengo di Mazzè, l’Itinerario SPB1 piega a destra affiancando alcune belle vigne e scendendo l’altopiano sino a rientrare nella vallecola cosiddetta

“Valle della Motta”

dirigendosi prima verso la Cascina “Nuova della Motta” e poi verso la Cascina “Palantina”.

17.

Superata alla sua destra la Cascina Palantina, dopo un primo tratto in spazi aperti, il tracciato piega a sx immergendosi nuovamente nel fitto del bosco. Dopo 2,5 km dalla biforcazione dell’Itinerario tra “Variante del Parco Naturale” e tracciato principale,

il Sentiero

giunge nuovamente in territorio di Caluso dove, attraversata la SP 84 a quota 256 m slm, torna a risalire immerso tra i tipici vigneti.

18.
Superata la zona a dominanza di vigneti, il Sentiero progressivamente torna a scendere e, piegando verso nord. Ci si immette in una bella carrareccia sterrata, a tratti selciata, vecchia via di collegamento tra Caluso e Candia C.se dalla quale, ormai in territorio di Candia, ci si stacca svoltando nettamente a dx, piegando verso est, per scendere in direzione del Lago. Superata la ferrovia grazie ad un caratteristico sottopasso in mattoni pieni, il tracciato giunge in prossimitĂ  del Lago dove dopo circa 6,3 km da Vische, a quota 230 m slm, si conclude la presente tappa chiudendo l' anello iniziato con il "Percorso 1".

Il Maresciallo Charles de Cossè Brissac (1507-1563), Governatore del Piemonte per conto del Re di Francia, ordinò la costruzione del Canale nel 1558. Il suo obiettivo era (e continua ad esserlo) di portare l’acqua dal torrente Orco al territorio di Caluso verso Chivasso. Alla metà del Settecento il canale passò ai Savoia diventando demaniale, fu potenziato ed ingrandito in modo da irrigare i campi destinati all’allevamento dei cavalli reali nella Mandria di Chivasso.

Oggi il Canale di Caluso, con il suo percorso, le realtà che attraversa, le peculiarità architettoniche e naturalistiche che vi insistono, è un forte elemento per la riflessione sul rapporto tra terra e uomo, su sostenibilità e fruizione, su storia e presente, che può aprire a suggestioni interessanti.
L’elemento acqua diventa strumento unificante del territorio e apportatore di vita e benessere, permettendo la coltivazione e l’irrigazione dei campi e lo sviluppo industriale come fonte d’energia pulita.

Il percorso misura 7 chilometri circa e quindi è consigliato da fare a piedi a pezzi o in bicicletta. Con quest’ultimo mezzo diventerà così agevole anche muoversi attorno al percorso che unisce i 3 comuni potendo così visitare ed ammirare le tante eccellenze, storiche, culturali e naturali che il nostro territorio può vantare.

Per agevolare la visita sono stati installati dei cartelli con indicazioni storiche e geografiche lungo il percorso.

Qua sotto potete trovare una mappa con il percorso segnato in viola ed i punti salienti.

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Per scoprire il cuore della viticoltura canavesana, le pergole dell’Erbaluce e le stradine acciottolate che percorrono le colline moreniche meridionali, vale la pena di esplorare questo territorio, preferibilmente in primavera o autunno ma anche nelle belle giornate invernali. Il percorso è formato da tre anelli successivi, che possono essere percorsi separatamente. Alcuni tratti sono molto panoramici, svelando le Alpi, il Lago di Candia incastonato nella Serra morenica, la pianura verso Torino e le sue colline.

ITINERARIO

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