Chiesa della Ss. Trinità - Chiesa del Convento
La Chiesa della Ss. Trinità detta anche Chiesa del Convento è attualmente la chiesa del Rione Rosario.
Nel primo decennio del XVII sec. la contessa Scaglia di Verrua, feudataria di Caluso, e mons. Ceva, Vescovo di Ivrea, d’accordo col parroco di Caluso don Antonio Morra, cedettero ai frati Francescani Minori una chiesuola che si dice esistente sin dal sec. XV e l’area attigua degli Airali, a cui il Comune di Caluso aggiunse una casa del vicinato, affittata allo scopo di dare ai frati un primo ricovero in attesa che fosse costruito il convento.
Completato il Convento i buoni frati si preoccuparono di ristrutturare la chiesa, detta della Trinità, dotandola di un nuovo altare con balaustra marmorea nonché, in un secondo tempo, di uno splendido gruppo ligneo dovuto probabilmente allo scultore Carlo Giuseppe Plura, operante in Piemonte nella prima metà del sec. XVIII (attribuzione di Guido Forneris).
Del 1746 è invece il pregevole campanile barocco, mentre il piccolo chiostro della facciata nord, abbellito da affreschi attribuiti alla bottega dei Cignaroli (Scipione ?), è del 1751.
Nel 1801 il governo francese dichiarò beni nazionali il Convento con tutti i suoi possedimenti, compresa la chiesa, e li vendette all’asta.
La chiesa venne quindi suddivisa dai nuovi proprietari in più corpi; uno addirittura (quello prospiciente l’attuale via S. Francesco) venne affittato a certo Cicciotto, che lo ridusse a osteria, dopo averla separata dal resto con un muro.
Intorno al 1830 gli abitanti del rione Trinità (ora Rosario) “riscattarono” la chiesa all’originaria dignità, mentre il Comune acquistò la parte trasformata in osteria che, annessa al Convento, diventò l’alloggio del custode del convitto e, in seguito, delle scuole elementari maschili. Con la costruzione di nuove scuole, questa parte dell’edificio venne dal Comune destinato a vari usi. Si prevede di destinarla quanto prima alle attività di promozione culturale del Comune di Caluso.
Sono anche allo studio provvedimenti per la salvaguardia di quanto resta degli affreschi, mediante “strappo” e ricollocazione in altra sede più protetta.
Curiosità
Il portichetto a nord venne costruito dai frati senza l’approvazione del Comune, che non intendeva restringere la strada per Foglizzo (attuale via San Francesco) e fu oggetto di quello che si può definire uno dei primi illeciti edilizi in Caluso; la lite fu risolta con lo spostamento dell’ingresso alla chiesa sul lato prospiciente la piazza. Fra i quadri della chiesa ce n’è uno, di cui si ignora la provenienza, rappresentante una Madonna nera, con una pregevole cornice del “700.