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Regione Piemonte

Chiesa di San Giovanni Decollato

Chiesa del Comune di Caluso

Descrizione

Chiesa della Misericordia - Chiesa di San Giovanni Decollato

Intitolata a San Giovanni Decollato, viene così denominata perché fu costruita a spese della Confraternita della Misericordia, detta anche “dei Signori”, poiché formata dalle famiglie più abbienti di Caluso.
La Confraternita aveva il compito di alloggiare i pellegrini e assistere i condannati a morte, e aveva origini assai antiche; si sa che già nel XVI sec. Possedeva un piccolo oratori, intitolato a San Gerolamo, patrono dei pellegrini, che venne poi abbattuto nel XVIII sec. Per far posto alla chiesa di Santa Marta.
Il primo documento che la riguarda risale al 20 dicembre del 1602: si tratta di un “breve” pontificio in cui la Confraternita calusiese veniva aggregata a quella di San Giovanni Decollato della Nazione Fiorentina di Roma. Fu così che i confratelli, lieti per l’alto riconoscimento, decisero di costruire una nuova chiesa dedicata al nuovo patrono, San Giovanni, appunto. Il progetto tardò a realizzarsi per le sfortunate vicende di Caluso (peste del 1630, guerra tra “ma damisti” e “cardinalisti”, ecc.).
La felice conclusione della guerra contro la Francia (assedio di Torino, 1706) diede lo spunto per mantenere il voto, anche perché da Caluso si vedeva sorgere, sui colli torinesi, la grande Basilica di Superga. I lavori iniziarono nel 1709 su di un lotto dannato dal conte Manfredi Scaglia di Verrua, feudatario di Caluso, mentre il conte di Barone (che era uno dei confratelli) fornì gratuitamente il progetto e l’assistenza dell’architetto, che è ignoto (si pensa tuttavia ad un allievo del Pellegrino o del Valperga).
L’edificio, finito nel 1713, costò in tutto 6.000 lire; sebbene di modeste proporzioni, venne definito “bello, pulito, aggraziato, sullo stile del Rinascimento. Un bel ricordo del Giubileo del 1707, un ringraziamento a Dio per la pace del Piemonte, un risveglio in Caluso di pietà e religione d insieme un nobile esempio di questioni e liti sedate”. Nello stesso anno, su autorizzazione del Vescovo di Ivrea, Alessandro Lambert, la chiesa, benedetta dal parroco don Antonio Farcito, venne aperta al culto. Vi officiava don Gabriel Maria Fontana, membro di una principali famiglie calusiesi.
Nel 1734 venne costruito il campanile “svelto ed elegante, alto metri 34,50 con bella cupola…”, che però fu in parte distrutto nel 1813 da un incendio incautamente appiccato da un sagrestano che voleva bruciare un favo di vespe. Il campanile fu lasciato mozzo fino al 1898, anno in cui fu ricostruito ma più basso e con cupola difforme dall’originale.
Tra il 1760 e il 1762 fu costruito il coro, su disegno dell’architetto Bernasconi. Nel 1767 lo scultore Rampone da Feletto scolpì i coretti, l’urna del Cristo morto, la statua di San Giovanni e i puttini dell’orchestra.
Nel 1838 il pittore Garino dipinse le immagini della Madonna Addolorata, San Giovanni, San Gerolamo e Santa Elisabetta su quattro tavole di legno poste nelle nicchie della facciata, che però vennero rimosse e sostituite da statue: nel 1896 il torinese Miniati scolpì l’Addolorata e San Giovanni, mentre San Gerolamo e Santa Elisabetta vennero scolpite dal vischese Giuseppe Ravanelli nel 1900.
In quegli stessi anni il pittore Pietro Bretto dipinse sul timpano una “Deposizione” ma, troppo esposto alle intemperie, l’affresco si deteriorò talmente che fu giocoforza eliminarlo.
Anche gli arredi interni sono particolarmente ricchi. Notevoli sono due grandi tele del calusiese Giovan Battista Giani, raffiguranti “Gesù battezzato da San Giovanni Battista” e “Predicazione del Battista nel deserto”, mentre la bella icona ovale venne dipinta dal pittore Allasia da Villafranca Piemonte nel 1813.

Curiosità

Per la costruzione del coro, intorno al 1760, vennero chiamati dei carpentieri trentini, che diffusero in Caluso gli “sgròi”, cioè i “ciabò” di legno, subito adottati dai nostri contadini.
Nella “Predicazione del Battista” dipinta intorno al 1770, si dice che il pittore Giani abbia ritratto nei personaggi se stesso e altri notabili di Caluso.
Tra il 1778 e 1781 la chiesa venne “interdetta” dal vescovo di Ivrea Ottavio Pochettini a causa della “contiguità” con il teatro che la confraternita aveva fondato per ricavarne introiti; l’interdizione venne tolta solo quando tra la chiesa e il teatro venne inserita una casa e il palcoscenico venne rivolto verso la parte opposta alla chiesa.

Modalità di accesso

Accesso libero e/o su prenotazione

Indirizzo

Piazza Ubertini - 10014 Caluso (TO)

Contatti

Ultimo aggiornamento: 24/12/2024, 11:01

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