Si dice che già nel XIII sec. San Francesco d’ Assisi, passando da queste parti, avesse proposto di erigere in Caluso un convento per i suoi confratelli, ma solo intorno al 1640 che padre Alessandro di Orio, figlio di Giovanni Francesco signore di Orio e di Margherita di San Martino, avviò la costruzione del Convento, attingendo ai cospicui fondi di cui disponeva l’Ordine dei Minori.
Egli morì prima di veder realizzato il suo progetto e fu il suo successore, Carlo Carri da Casale a portare, nel 1646, l’opera a compimento come si legge nella lapide tuttora esistente sulla parete sud del chiostro.
Il fabbricato, con suggestivo portico, era signorile e spazioso, capace di oltre trenta celle, anche se normalmente vi dimoravano soltanto 15 o 16 confratelli.
I frati, sfruttando i terreni che possedevano a sud del Convento (Cascina dei Franti), promossero fra i calusiesi l’orto e la frutticoltura. Per una più razionale irrigazione di orti e frutteti nel 1739 ottennero la concessione di derivare acqua dal Canale Brissac “per uso interno e fontana pubblica”, mediante un condotto sotterraneo lungo tutta via Trinità (oggi via Bettoia). Fu questo il primo acquedotto di Caluso.
I frati coltivavano anche l’interesse verso le arti, la pittura in particolare (sono visibili sotto il porticato tracce di affreschi da loro eseguiti).
Nel 1802 il Convento venne soppresso dal Governo francese e venduto dal Demanio Imperiale, nel 1804, al notaio calusiese Giuseppe Druetti, dal quale il Comune di Caluso lo acquistò nel 1832, per 34.000 lire, destinandolo a collegio-convitto per i ragazzi delle scuole elementari e del ginnasio. Nel 1860 vi vennero annesse le scuole tecniche e i corsi serali per l’agricoltura, i primi del genere in Canavese. Nel 1867 si aggiunse il corso di agraria.
Nel 1892, per interessamento dell’avv. Carlo Ubertini, vi venne insediata la Regia Scuola Pratica di Agricoltura “Tommaso Valperga” unica in tutto il Piemonte, dotata di un podere sperimentale di 60 giornate e di un ettaro di vigneto. In seguito la scuola, specializzatasi in enologia, diventò l’Istituto professionale di Stato per l’Agricoltura “Carlo Ubertini”, per il quale, nel 1973, venne costruita una nuova sede.
L’elegante porticato che si affaccia su Via San Francesco d'Asssisi è stato aggiunto nel 1751 ed insieme all’antica chiesa rappresenta una valida testimonianza dell’architettura calusiese.
Curiosità
Uno dei frati, piuttosto facinoroso, diventò luogotenente del famigerato Viora Brandalucioni, capo della Massa Cristiana, uno sgangherato esercito di rivoltosi che, negli ultimi anni del sec. XVIII mise a ferro e fuoco queste parti del Canavese per la restaurazione dei Savoia. A parte costui, gli altri frati erano di indole mite e laboriosa tanto che dopo la soppressione del Convento da parte dei Francesi non vennero molestati, gratificati anzi, a compenso dei beni sequestrati, da una pensione annua di 600 lire per gli anziani e 500 per i più giovani. Alcuni scelsero di restare in Caluso.
Nella parte sud i Francesi, per alcuni anni, insediarono l’esattoria delle tasse, come risulta da una scritta residua in un angolo del portico.