Le riunioni della Credenza (raffrontabile all’attuale Consiglio Comunale) avvenivano all’inizio in case private o, in caso di decisioni importanti, davanti all’assemblea dei capi famiglia convocati in piazza al suono di campana.
A partire del 1675 si utilizzarono due sale nell’edificio dell’attuale canonica (le prime sotto il porticato). In una delle due si svolgevano anche le udienze del giudice per l’amministrazione della giustizia (il masso di pietra che tuttora si trova all’ingresso fungeva da gogna).
Nel 1751 il Comune acquistò all’incanto da un impresario torinese Alberto Savi, che l’aveva costruito, l’attuale palazzo, che diventò il Municipio.
Nel 1833 (col sindaco Pietro Garino) il palazzo venne innalzato di un piano e vi furono aggiunte le carceri mandamentali e l’alloggio del “tirafùi” (secondino) nello spazio ottenuto dall’abbattimento di una casa attigua; venne ancora modificato nel 1842 per far posto all’ufficio del giudice conciliatore ed al catasto.
Va tenuto presente che in quegli anni (tra il 1835 e il 1857) si erano fatti degli importanti lavori per l’ampliamento e la sistemazione della piazza del Municipio (attuale piazza Ubertini); vennero abbattute la porta Faniania (all’imbocco di via Guala) e le antiche mura ad occidente, oltre ad una decina di vecchie case ottenendo lo spazio che venne destinato al mercato, per il quale nel 1895 venne costruita la bella tettoia Liberty (crollata poi sotto il bombardamento del 30 aprile 1945).
Nel 1923 venne installato l’orologio luminoso con suoneria e intorno agli anni “50 di questo secolo il palazzo subì ulteriori modifiche: vennero abbattute le carceri, ottenendo l’attuale piazzetta; altri interventi si fecero nei primi anni “80 per consolidare la struttura.
Ora il palazzo ospita l’Archivio Storico ed alcuni uffici, mentre la sede del Comune è stata ufficialmente trasferita nel Palazzo Valperga di Masino, dopo il restauro del medesimo.