Porta Crealis (Purtasse)
Con altre porte simili (la tradizione vuole tre, ma il numero esatto non è accertato) faceva parte di un sistema difensivo costituto da mura di recinzione di una robustezza che fonti storiche (per altro non del tutto attendibili, trattandosi di una raccolta di “Annali” compilata introno al 1550) danno già per esistenti sin dal sec. XII.
Poiché risulta che nel 1224 Guido di Biandrate abbia fatto costruire la “Rocca o Castellazzo”, di cui tuttora esistono imponenti ruderi, si pensa che abbia, nella stessa occasione, restaurato e reso funzionale anche il circuito di mura e le porte.
Filippo d’Acaia, che nel 1316 acquistò dai Biandrate il feudo di Caluso permutandolo con i feudi di Corio e Rocca, nel 1324 fece costruire, tutto intorno al borgo, seguendo in parte il primitivo tracciato, un poderoso circuito di mura costeggiato da un profondo fossato, e modificò le porte (probabilmente al suo intervento è dovuta la parte gotica delle medesime), munendole di ponte levatoio (e infatti nella porta Crealis sono ancora visibili gli anelli in cui scorrevano i tiranti).
L’arco romanico innalzato agli inizi del 1300 è citato nel “De Bello Canapiciano” da Pietro Azario, vissuto nel sec. XVI e cronista del suo tempo.
Porta Crealis fu protagonista di furiosi attacchi da parte delle truppe del marchese del Monferrato, contro i difensori calusiesi guidati dal conte di San Martino nel 1362.
L’imponente opera venne costruita secondo il progetto e sotto la direzione di Martino di Agliè, architetto ed esperto di fortificazioni, cui si deve anche il castello di Malgrate di Rivarolo.
L’unica rimasta fino ad oggi è la porta che sorvegliava l’ingresso a levante, la Crealis, appunto, anche se nel corso dei secoli subì guasti e vandalismi (l’ultimo nel 1976, quando l’arco romanico venne fatto crollare da un autocarro; venne poi ricostruito fedelmente alcuni anni dopo dal Comune), mentre le altre vennero demolite in occasioni diverse (l’ultima fu la porta Faniania all’imbocco di via Guala - che venne abbattuta verso la metà del secolo scorso per l’ampliamento e la sistemazione della piazza del Municipio, attuale piazza Ubertini).